Colori RGB: ma cosa sono?
I colori RGB
Quando ci si riferisce ai colori RGB si fa riferimento ad un “modello RGB” di colori, ovvero un modello matematico che permette la rappresentazione di colori attraverso la traduzione in una forma numerica, solitamente utilizzando tre o quattro valori corrispondenti ad altrettante componenti cromatiche: un esempio può essere dato per appunto dal metodo RGB o anche dal metodo CMYK, entrambi quindi modelli di colore.
Colori RGB: da dove nasce il metodo
È un metodo di colore a tre canali, infatti si parla di tricromia.
Partendo da uno sfondo nero, il metodo additivo si applica quando i colori sono generati da raggi di luce o pixel luminosi, come nel caso di monitor e TV.
Le specifiche del modello di colori RGB sono state descritte nel 1936 dalla CIE (Commission internationale de l’éclairage).
Questo modello è appunto basato su 3 colori
- rosso (Red),
- verde (Green)
- blu (Blue).
da cui appunto l’acronimo RGB.
È di tipo additivo: Con modello additivo si intende che con la sovrapposizione di questi tre colori con la propria massima intensità si ottiene il bianco.
Attenzione a non confondere con il più noto modello sottrattivo che fa riferimento ai i colori primari:
- ciano (Cyan)
- rosso (Magenta)
- giallo (Yellow)
I colori RGB: necessari per trasformare i colori nel mondo digitale
Un’immagine può essere scomposta in modo digitale in questi tre colori base, nei colori RGB appunto.
Si accennava precedentemente come il modello dei colori RGB sia un modello di tipo additivo, ovvero che lavorando al massimo dell’intensità dà come risultante il bianco.
Il modello RGB viene quindi adottato su video, monitor, TV, smartphone o qualsiasi verifica che non preveda l’output in stampa e si basi semplicemente su una sorgente luminosa.
Nel caso in cui le immagini dovranno poi essere stampate sarà più indicato l’utilizzo del modello colori CMYK.
Il modello RGB può essere rappresentato come un contenitore cubico che racchiude nel suo interno tutte le sfumature di colore possibili.
Immagine
Perché ogni canale colore ha un’intensità massima di 255
Nel modello di colori RGB il valore massimo che ciascuno dei tre primari può assumere è 255, e la massima intensità produce appunto il colore/la luce bianca. Per ottenere il nero, in maniera opposta, basta “spegnere” azzerando l’intensità luminosa di tutti i canali.
Questo cubo ha una “dimensione massima” di 255 in relazione al numero di bit utilizzati per rappresentare il colore di ogni singolo pixel.
Dai primi anni 2000, il modello colori RGB più utilizzato è basato su 24 bit: ovvero 8 bit per ogni canale colore.
A livello matematico quindi 28 = 256 livelli di colore, che si traducono con un’intensità da 0 a 255 che servono a definire la profondità di colore.
La risultante del modello colori RGB è uno spettro cromatico che modulando le 3 intensità è in grado di riprodurre oltre 16 milioni di colori.
28x28x28=256x256x256 = 16.777.216 colori
Regolando quindi l’intensità dei tre colori base RGB, miscelandoli tra loro, è così possibile riprodurre quasi tutto lo spettro di colori visibili (fatta eccezione per le tonalità delle porpore).
La gestione dei colori RGB e la stampa
Come si illustrava precedentemente il modello colori RGB è da considerarsi valido quando si lavora su periferiche di output che si basano su una sorgente luminosa e che non prevedano l’uscita su carta.
Il modello RGB è quindi da utilizzarsi prevalentemente per le immagini destinate al web (che verranno quindi visualizzate sfruttando i pannelli luminosi dei monitor).
Bisogna fare invece attenzione quando i contenuti, le immagini, i fondi colorati, dovranno essere stampati, in quanto solitamente per la stampa si utilizza la quadricromia ovvero si utilizza un metodo di colore a quattro canali (CMYK), e le immagini che originariamente sono sempre basate sul modello colori RGB vanno preparate e convertite opportunamente onde evitare di alterare la resa cromatica dei colori in fase di stampa, qualsiasi sistema si utilizzi.
È molto importante quindi ricordarsi di convertire i colori RGB in CMYK.
Come convertire un immagine RGB con Photoshop in CMYK
È un’operazione molto semplice, utilizzando ad esempio software di elaborazione grafica come ad Adobe Photoshop, è sufficiente andare nel “menù” a tendina
- Immagine
- Metodo
- selezionare la conversione in Colore CMYK.
Può succedere che in seguito alla conversione alcuni colori possano risultare più “spenti”, meno saturi. È una condizione normale, in quanto il metodo RGB ha una gamma colori molto più ampia rispetto al modello CMYK.
In particolare: i colori fluo, colori brillanti e colori metallici sono colori difficilmente riproducibili con la quadricromia di stampa; e in alcuni casi ci si potrebbe trovare colori RGB che non sono assolutamente riproducibili in maniera affidabile nel modello colori CMYK e in fase di stampa.
Navigando su internet si possono trovare diverse tabelle riassuntive da utilizzare per ottenere i valori dei colori RGB ed ottenere la trasformazione i diversi colori, ti riportiamo a questo link una lista da poter consultare per riuscire a riprodurre a colpo sicuro tutti i principali colori e altre soluzioni interessanti ma di difficile realizzazione.